venerdì 19 novembre 2010

VIAGGIO IN INDIA.


India, l'incanto di un'alba al Taj Mahal


India, scene dal favoloso Taj Mahal,
Sorto per celebrare l'amore di un principe per la consorte, il Taj Mahal favoloso mausoleo situato ad Agra,insignito di tutte le possibili etichette che sanciscono l'eccezionalità di un luogo è una delle meraviglie del mondo, è Patrimonio Unesco ... etc.... è anche,banalmente, uno degli edifici più belli del mondo, oltreché uno dei più iconici e riconoscibili, anche da chi l'ha visto semplicemente in fotografia.
E' stato costruito, nel Seicento, in 20 anni, dall'imperatore del Mughal, Shah, Jahan in memoria della sua terza moglie, Mumtaz Mahal.
Agra si trova a 200 km circa da Delhi, le due città sono collegate per via aerea, da Delhi si può anche raggiungere in treno (2 ore).
La combinazione classica è Delhi-Agra-Jaipur, la splendida città rosa a sua volta distante 200 km da Agra e 259 da Delhi.
[07 dicembre 2010]







e' una esperienza indimenticabile.............

PRIMO, IL VIAGGIO

pubblicata da Nisimo Cannavò domenica 21 novembre 2010
Primo, il viaggio

Il volo, una meraviglia, l’aereo che andava prima da Bergamo a Roma poi cambio Roma-Bombay, sia nel primo che nel secondo aeroporto avevo incontrato tanti amici, tutti partivamo per l’India, precisamente per Poona. Tutti vestiti di arancione e nonostante la felicità un po’ di tristezza profondamente radicata: peccato! non potevamo più andare via terra! dopo l’invasione russa dell’afganistan era ormai impossibile!




Arrivati a Bombay, la folla di bambini che dietro i vetri della piccolissima sala d’aspetto si ammassavano uno sull’altro in una ressa maniacale nel mendicare poche rupie che probabilmente nessuno avrebbe donato, uno spettacolo che non ho mai più visto. Adesso l’aeroporto a Mumbai è molto più grande e la folla che fuori aspetta amici e parenti è silenziosamente in attesa di intravedere volti conosciuti, le macchine e i taxi numerosi, molta più eleganza e comodità.

Cambiati i denari sufficienti siamo andati verso i taxi che ci avrebbero portato a Poona. La strada lunga e sconnessa, piena di camion e di incidenti, ognuno che guidava sia a sinistra che a destra, moltissime le curve e naturalmente (sic!) l’autista che sorpassava sempre in curva … ma bello il paesaggio, la natura rigogliosa esprimeva una gran forza. Arrivati a Poona subito si sentiva un’atmosfera diversa, il silenzio e la spiritualità. Al cancello dell’ashram una grande scritta “lasciate fuori le scarpe e la mente” e così, iniziava l’avventura più bella della mia vita: il grande viaggio interiore. La vita mi aveva già regalato tanto, mi sentivo felice e serena nell’affrontare un mondo così sconosciuto.


Dopo tanti anni e tanti viaggi posso dire che tutto è cambiato, quell’India di allora non esiste più, soprattutto negli ultimi anni con il Congresso al governo e Sonia Gandhi che ha reso tutto più bello e vivibile. Le nuove generazioni sono libere di esprimersi e amano confrontarsi culturalmente.




La viabilità è scorrevole e mentre una volta si impiegava magari un giorno intero per percorrere poco più di cento chilometri adesso per esempio ci vogliono solo tre ore. A Poona il comune da qualche anno ha obbligato i riksho ad avere la marmitta catalitica, quindi si respira meglio nonostante l’immenso traffico, ovunque in India si è diffusa la mentalità “verde” sia per i proprietari terrieri che per i coltivatori, il turismo è aumentato e non sono solo gli hippie a viaggiare, questo porta benessere e comfort, acqua calda e cibo buono. Ma la bellezza dell’India resta indisturbata e la si sente appena arrivati: un gran rilassamento, il silenzio interiore che sprigiona dovunque e rende liberi dentro, armonia, nonostante l’ancora diffusa povertà, sensazioni e percezioni che in occidente sono ormai uccise e sepolte. Avere la profonda sensazione di essere “a casa”, di essere nel posto giusto e nel momento giusto, questa sensazione l’ho condivisa con tante persone di mentalità e costumi diversi che hanno avuto lo stesso tipo di esperienza.
Sentirsi Dentro.


La meditazione che in occidente è per lo più associata a speculazione mentale e/o filosofica in India viene praticata da millenni e permea l’aria che si respira. La meditazione che ho intrapreso con il mio Maestro spirituale, Osho, mi ha insegnato a vivere nel cuore e nelle sensazioni, a conoscermi meglio senza dover sempre giudicare. Ho imparato a percepire i corpi sottili e i centri energetici che in India sono chiamati “chakra” attraverso meditazioni e gruppi di lavoro sul proprio sé. E’ stato un lavoro difficile e faticoso che all’inizio mi ha portato ad un notevole sbandamento da cui sono uscita con il forte desiderio di rientrare in me stessa per poter vivere e sentire meglio il mondo che mi circonda, anche con le sue brutture e meschinità, saper accettare che comunque la consapevolezza è dentro di noi, siamo noi a non volerla esercitare o a volerla nascondere. Il ricordo, “remembering”, del proprio sé può dissolvere gli strati di inconsapevolezza che si sono accumulati come polvere e vedere la realtà: la luce interiore che risiede in ciascuna anima, in ognuno di noi, e che spesso, sempre, dimentichiamo.



La cosa più naturale che appartiene proprio all’essere umano e che lui stesso ha perso, la capacità di vedere la sua stessa luce, ciò che in India è chiamata Illuminazione, da secoli rispettata e venerata, il gioiello nel fiore di loto, Om Mani Padme Hung. Un’enorme ricchezza che l’esistenza ha regalato all’essere umano, non all’animale o al vegetale, una potenzialità che tutti abbiamo di diventare Buddha, di dissolverci nella dimensione cosmica; nei millenni l’India ha sviluppato filosofie e metodi per risvegliare la consapevolezza del sé e portare chiunque all’illuminazione. Nella storia non ha mai mostrato aggressività o volontà di potenza su altri territori o stati vicini occupandoli o scatenando conflitti o guerre ma purtroppo ha conservato la divisione in caste, solo ora si stanno dissolvendo questi assurdi pregiudizi e possiamo vedere degli intoccabili persino in parlamento







«Il guru» dice Vijananda, «è qualcuno che risveglia in te il potere divino. Anandamaya Ma è stata il mio guru». «Cosa ne pensi del tantrismo, degli insegnamenti di Abinavugupta, Tilopa, Naropa e degli altri tantrici?» «Ah! Quello... E' un insegnamento assai elevato, il più elevato!».

«Perché c'è bisogno di un maestro?» «Risvegliare il potere divino è ridestare ogni aspetto dell'essere, anche il più profondo e oscuro. La ricerca è densa di pericoli, ad ogni passo un tranello è in agguato. Il maestro al tuo fianco è la garanzia migliore di riuscita. Per alcuni è possibile conseguire la meta senza il maestro, ma si tratta di pochi, pochissimi!»


«Cos'hai provato quando la Madre è morta?» «Un grande, grande dolore. Ero già un uomo libero, ma ero un uomo. Il segreto della libertà è non dimenticare mai di essere un uomo, allo stesso modo in cui il Gange, la Grande Madre, non dimentica mai di essere un fiume».

Si dice che, quando il celebre Paramhansa Yogananda andò a trovare Sri Anandamayi Ma, a Calcutta, e le chiese di dire qualcosa della sua vita, la Madre rispose:

«Padre, vi è poco da dire. Prima che venissi su questa terra io ero la stessa. Da bambina io ero la stessa. Divenni donna, ma io ero la stessa. Quando la famiglia predispose di far sposare questo corpo, io ero la stessa. Ed ora di fronte a voi, Padre, io ero la stessa. E per sempre in futuro, malgrado la danza della creazione cambi intorno a me nello spazio dell'eternità, io sarò la stessa».

di Selene M. Calloni Williams


1 commento:

  1. Molto affascinante. I tuoi viaggi sono bellissimi, el foto e le spiegazioni molto coinvolgenti!

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